giovedì 2 luglio 2020

Così è... ma non ci piace!

Il Covid ha dilatato il tempo a dismisura ed ogni cosa accaduta prima dell’epidemia sembra lontana secoli rispetto ad oggi, mentre ciò di cui parliamo in questo post è accaduto "ieri", solo tredici mesi fa, nel giugno 2019, quando si sono tenute le elezioni per il parlamento europeo.

Che  ci piaccia o no la Lega di Salvini ha ottenuto, ad Alatri, oltre il 50% delle preferenze e, se aggiungiamo il risultato di Fratelli d’Italia e di Forza Italia, la coalizione di centrodestra raggiunge addirittura il tetto del 65%, contro un misero 13% del Partito Democratico.
Ora, visto che non c'erano candidati locali da votare, questa prestazione - che non ha eguali nel panorama provinciale, regionale e, se si escludono le roccaforti leghiste del nord, nazionale - si giustifica solo come voto di protesta, come sonora bocciatura della compagine che oggi ci amministra, e non va quindi ascritta a merito degli uomini di Salvini, quanto piuttosto a demerito di chi oggi regge le sorti di questa nostra città, per non essere stati in grado di raccogliere ed interpretare le esigente di una popolazione stremata dalla disamministrazione.
Se non vogliamo che questo si ripeta anche alle prossime amministrative diamoci da fare, occorre una coalizione di movimenti, liste ed associazioni civiche che si pongano al di fuori dei partiti tradizionali e che abbiano come unico obiettivo la vera rinascita di questa nostra povera città. 

sabato 27 giugno 2020

Dunque, dove eravamo rimasti?

Ho preso in prestito la famosa frase di Enzo Tortora per partecipalatri, il blog che, dopo otto lunghi anni di silenzio, torna nuovamente a far sentire la propria voce. 
Riprendendo il filo del discorso da dove ci eravamo lasciati, ci si accorge che da allora non molto è cambiato: alla guida della città c'è sempre Morini, accompagnato dai soliti consiglieri/assessori di centrodestrasinistra, l'oscurantismo amministrativo è lo stesso di dieci anni fa, il commercio sprofonda sempre più, i residenti continuano a diminuire, le opportunità di lavoro per i giovani sono inesistenti, le opere pubbliche sono al palo, la manutenzione della città lascia molto a desiderare, il bilancio è in rosso fisso, l'economia cittadina va rotoli ed il PD è sempre lì a sostenere un'amministrazione che fa acqua da tutte le parti.
Vogliamo continuare così?
 

giovedì 13 settembre 2012

Ma "che ci azzecca" Morini con il PD? O viceversa?

E' da tempo che mi chiedo cosa c'entri l'ingegner Giuseppe Morini, sindaco di Alatri, con il Partito Democratico, ovvero per quale ragione il PD abbia rinunciato alla propria identità per farsi guidare e rappresentare da un personaggio così politicamente distante dalle sue posizioni. A guardare questa strana unione, sembra di assistere ad un matrimonio combinato a tavolino, dove si finisce inevitabilmente con il convivere da separati in casa, andando ciascuno per la propria strada ed ignorandosi vicendevolmente, quando va bene!
Il percorso che ha portato ad esprimere la candidatura di Morini non l'ho condiviso e la scelta del suo nome, seppur vincente sul piano elettorale, si è dimostrata assolutamente disastrosa su quello politico: Morini sindaco si è "divorato" il PD, facendolo quasi sparire dalla scena politica della città. Il partito si è disgregato, il peso dei suoi assessori in giunta è assolutamente marginale ed, anche in consiglio comunale, i suoi esponenti sono stati relegati al ruolo di figuranti assenzienti, costretti, sotto l'incalzare dell'opposizione, a sostenere ed ingoiare posizioni e decisioni assolutamente indifendibili e lontane dalla cultura democratica del PD:
  1. Il PD è il partito che ha inventato le primarie, ed è proprio con questo meccanismo che sono stati (e saranno) nominati il Segretario Nazionale, la dirigenza, il candidato premier, i candidati alle elezioni amministrative e politiche, i delegati locali, eccetera. Ma ad Alatri no! Con una opposizione che a molti è apparsa pretestuosa, dopo dolorose retromarce e numerosi tentennamenti, al metodo delle primarie si è preferito, obtorto collo, accettare e seguire l'insolita via della scelta personale.
  2. Caso più unico che raro nel panorama delle amministrazioni di centrosinistra - e per di più di quelle a guida PD - nella giunta Morini non c'é nessun assessore di sesso femminile. Le uniche due donne  presenti in consiglio comunale, pur avendo competenza ed esperienza politica degne di rilievo, sono state relegate in ruoli assolutamente marginali e secondari.
  3. Il signor Morini e la sua strana maggioranza, piuttosto che dare riconoscimento al partito che, nella coalizione, si era maggiormente impegnato per la vittoria elettorale, hanno preferito assegnare la Presidenza del Consiglio Comunale ad un avversario politico (area centrodestra, ex del MSI, ex di AN, ex del PdL), anch'egli candidato a sindaco, con il quale era stato stipulato, sottobanco e ad insaputa degli elettori, un discutibile accordo di spartizione elettorale.
  4. Il PD ha accettato e consentito che la delega alla programmazione economico-finanziaria ed al bilancio - l'atto politico di maggior rilievo di una amministrazione - piuttosto che ad un suo esponente, venissero assegnate ad un signore che fino a pochi mesi fa era una colona portante de PdL locale, che nella passata amministrazione di centrodestra aveva ricoperto il ruolo di assessore e che, a torto o a ragione, era stato estromesso dalla giunta proprio per una questione di bilancio e che, quindi, con buona probabilità, aveva deciso di abbracciare il centrosinistra non per mutate convinzioni politiche, bensì per attuare una rivalsa personale nei confronti degli ex compagni di partito.
  5. Il PD ha sempre rivolto grande attenzione alla comunicazione politica, ritenendo che essa rivestisse un ruolo fondamentale nel rapporto con il proprio elettorato e nella divulgazione dei propri principi, ma, in questo caso, ha accettato di buon grado che nell'ufficio stampa dell'amministrazione venisse inserito (probabilmente con retribuzione) un signore proveniente dalla destra più radicale, già giornalista di una testata che ancora oggi organizza pellegrinaggi a Predappio ed esalta la figura e le idee di Benito Mussolini.
  6. Il PD ha permesso, senza battere ciglio, anzi, incredibilmente, difendendo tale scelta, che il signor Morini, ingegnere libero professionista che esercita in Alatri nel campo dell'edilizia e dell'urbanistica, nominasse, quale assessore all'urbanistica ed all'edilizia pubblica e privata, proprio quel geometra che da anni collabora con lui nell'attività professionale: anche ipotizzando la massima onestà intellettuale dei due professionisti, il conflitto di interessi e l'inopportunità politica di tale scelta appaiono stridenti e difficili da mandare giù.
  7. Una delle priorità assolute del Partito Democratico è sempre stata la tutela dei lavoratori e la difesa del posto di lavoro: ad Alatri, invece, ad oltre un anno dall'insediamento di questa amministrazione, nonostante le promesse, la situazione della società Multiservizi e dei suoi lavoratori è ancora in alto mare e di soluzioni sicure che evitino la perdita del posto da parte di molti dei suoi dipendenti ancora non se ne vedono. E non solo, per capire che direzione stia prendendo la questione, basta leggere le cronache di questi ultimi tempi!
  8. Il web ha sempre rappresentato per il PD - fin dai tempi di Bassanini - uno strumento fondamentale per la semplificazione e la trasparenza amministrativa. Se, invece, si accede al sito del Comune di Alatri, si scopre che la quantità di informazioni disponibili ed il loro livello di aggiornamento è assai scadente e che di procedimenti online (salvo un paio di eccezioni) praticamente non se ne parla; se, poi, si va alla pagina "Operazione Trasparenza" (http://www.comune.alatri.fr.it/Default.aspx?tabid=269) si vedrà che la pubblicazione dei dati relativi agli incarichi ed alle consulenze esterne è fermo al periodo 2008-2010 (ante Morini). Particolarmente interessanti - o, se preferite, preoccupanti - sono i dati sulle assenze dei dipendenti comunali: in molti uffici (quasi la maggior parte) il tasso di assenteismo supera il 20%, con punte nell'ordine del 30% ed addirittura del 40%. 
  9. La partecipazione democratica - vale a dire il coinvolgimento diretto dei cittadini alle decisioni pubbliche - è ed è stata un altro dei baluardi del PD: bilancio, urbanistica, assetto del territorio, politiche ambientali, politiche sociali, tutto dovrebbe essere analizzato e deciso non solo in giunta o in consiglio comunale, ma preventivamente illustrato discusso con i cittadini, con le associazioni, con le organizzazioni portatrici di interessi diffusi, per mezzo di assemblee pubbliche, di sondaggi di opinione, di forum via web. Niente di tutto questo: l'amministrazione Morini prende le sue decisioni chiusa nella sua torre d'avorio e l'unica forma di partecipazione (peraltro molto passiva) che ci è stata elemosinata è stata la diretta web della noiosissima e sterile seduta di consiglio comunale (oltre 12 ore) in cui si è affrontato il bilancio preventivo. Chi l'ha vista?
  10. Il signor Morini non è, non è mai stato e, probabilmente, non sarà mai, né un iscritto, né un militante, né, forse, un elettore del Partito Democratico e, neppure, ne incarna lo spirito ed i caratteri. 
In conclusione, se il signor Morini è diventato il sindaco di Alatri lo deve principalmente alla presenza del Partito Democratico nella coalizione che lo ha sostenuto: è il PD che ha individuato, scelto ed imposto Morini come candidato unico del centrosinistra e, così facendo, si è assunto il ruolo di garante del suo progetto politico nei confronti di tutti i partiti che lo hanno appoggiato e dei cittadini che lo hanno votato. Ed oggi che, con le sue scelte, con le sue contraddizioni, con le sue mancate promesse, con la sua inazione, questa amministrazione risulta fortemente deludente, è proprio il PD a portare sulle spalle tutto il peso della responsabilità politica di questo insuccesso.
Mi chiedo: queste sono le credenziali con le quali il Partito Democratico si prepara ad affrontare le elezioni politiche del 2013? Questa è l'immagine che un partito vuol dare di sé e con la quale pensa di riconquistarsi un elettorato scontento e deluso?  Se così è, chiediamoci quale sia la vera antipolitica: quella iconoclasta dei movimenti alla Beppe Grillo che, con le loro provocazioni, sperano di scardinare un sistema ormai marcio e cristallizzato o quella dei partiti tradizionali che, con le loro logiche spartitorie ed autoreferenziali, dimostrano di non aver ancora capito che i problemi veri sono quelli della gente comune e che solo stando dalla loro parte si può riacquistare credibilità?
Se si vuole uscire da queste logiche suicide è necessario imprimere al partito una decisa e repentina svolta che porti il PD ad essere il vero motore di questa amministrazione e ad agire nell'interesse collettivo piuttosto che in quello di una sterile, quanto controproducente, legittimazione politica individuale: ora che il successo elettorale è stato raggiunto, se non lo si vuole bruciare, sarebbe bene smetterla con il "vedi quanto siamo stati bravi" e pensare davvero a rifondare il presente ed il futuro di questa città. Se questa, come dice di essere, è davvero un'amministrazione di centrosinistra, è necessario che dimostri, nei fatti e non nei proclami, di essere capace di esserlo!