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sabato 27 giugno 2020

Dunque, dove eravamo rimasti?

Ho preso in prestito la famosa frase di Enzo Tortora per partecipalatri, il blog che, dopo otto lunghi anni di silenzio, torna nuovamente a far sentire la propria voce. 
Riprendendo il filo del discorso da dove ci eravamo lasciati, ci si accorge che da allora non molto è cambiato: alla guida della città c'è sempre Morini, accompagnato dai soliti consiglieri/assessori di centrodestrasinistra, l'oscurantismo amministrativo è lo stesso di dieci anni fa, il commercio sprofonda sempre più, i residenti continuano a diminuire, le opportunità di lavoro per i giovani sono inesistenti, le opere pubbliche sono al palo, la manutenzione della città lascia molto a desiderare, il bilancio è in rosso fisso, l'economia cittadina va rotoli ed il PD è sempre lì a sostenere un'amministrazione che fa acqua da tutte le parti.
Vogliamo continuare così?
 

giovedì 19 luglio 2012

La Giunta Morini perde il finanziamento per il Festival del Folklore

Le cose non sono sempre brutte come sembrano, a volte sono anche peggio!
Non ci siamo ancora ripresi dall'aver saputo che è stata cancellata la manifestazione Alatri dal Vivo - sicuramente una delle meglio riuscite degli ultimi dieci anni - che ora scopriamo che l'amministrazione guidata dal sindaco Morini non è riuscita nemmeno ad ottenere il finanziamento regionale per lo svolgimento del 42° Festival del Folklore.
La Regione Lazio - Assessorato alla Cultura, lo scorso 28 aprile, ha emesso un bando pubblico per il sostegno ad attività per lo spettacolo dal vivo al quale ha giustamente risposto il Comune di Alatri con un proprio progetto, con l'intento di farsi finanziare lo svolgimento del 42° Festival del Folklore: il bando (che potete leggere cliccando qui) prevedeva di assegnare un massimo di 35 punti per ciascun progetto presentato e che per ottenere il finanziamento fosse necessario ottenere almeno 25 dei 35 punti disponibili.
Il 10 luglio scorso la Regione ha emanato la graduatoria di assegnazione dei contributi (vedi articolo cliccando qui): complessivamente sono state finanziate 37 iniziative (con importi da 10.000 a 140.000 euro), ma il comune di Alatri ne è rimasto fuori poiché il suo progetto ha ottenuto solo 14 miseri punti (ne occorrevano almeno 25 su 35), classificandosi al 135° posto su 160 partecipanti (per vedere la graduatoria regionale clicca qui).
Non credo che questo insuccesso amministrativo porterà alla cancellazione anche del Festival, magari comporterà solo un suo ridimensionamento, ma quel che è certo è che i soldi per lo svolgimento della manifestazione dovranno uscire dalle malridotte casse comunali piuttosto che da quelle della Regione.
No comment!

Di seguito gli indirizzi delle pagine web dove trovare bando, articolo e graduatoria.
bando : http://www.culturalazio.it/Documents/testo%20bando%20ricorrenti%20lr%2032-78.pdf
articolo: http://www.culturalazio.it/Pagine/notizia.aspx?idNotizia=69311
graduatoria: http://www.culturalazio.it/PublishingImages/2012-33101.pdf

lunedì 21 maggio 2012

La penisola pedonale di Alatri

Nell'incertezza se chiudere o meno la piazza di Alatri alla circolazione ed alla sosta degli autoveicoli, l'amministrazione comunale ci ha regalato, con salomonica decisione, quella che con un po' d'ironia potremmo chiamare una "penisola pedonale".
In pratica sono stati disegnati sette nuovi posti macchina a pagamento (strisce blu): quattro esattamente di fronte al bar Giuliana ed altri tre davanti all'edicola di Mario Cicerchia, "rubando" di fatto alla gente la storica piazzola del chiacchiericcio quotidiano. Inoltre, delimitando l'area prospiciente l'angolo Scolopi Conti Gentili con enormi vasi di cemento, è stata realizzata una "zona protetta" di un centinaio di metri quadrati in cui confinare in sicurezza gli ultimi irriducibili "piazzaroli", quasi si trattasse - e, forse, effettivamente è così - di una specie ormai in via di estinzione.
Premesso che le soluzioni a metà finiscono sempre con lo scontentare tutti, quella adottata dalla nostra giunta appare quantomeno discutibile. Intanto una decina di posti macchina in più o in meno non modificano di una virgola la situazione dei parcheggi in città, né, tantomeno, la creazione di un'area riservata alla deambulazione riduce l'intensità del traffico veicolare - e quindi l'inquinamento - attraverso la piazza. Ciò che invece balza immediatamente agli occhi è il cattivo gusto della soluzione adottata, che offende e ferisce la bellezza e la "sacralità" del luogo simbolo della nostra città: gli orribili vasi di cemento posti a delimitare il recinto pedonale nulla hanno a che fare, nella forma e nei materiali, nei colori e nella disposizione, con la storia e con l'armonia cromatico-geometrica di piazza S. Maria Maggiore, considerata unanimemente una delle più belle piazze della provincia di Frosinone.
E poi mi chiedo: che fine faranno i nuovi posti macchina quando, con l'avvento della stagione estiva, verrano tirati su gli ombrelloni ed i gazebo degli esercizi cui sono stati posti di fronte? Chi si occuperà della costante manutenzione di quei vasi per evitare che, come già è accaduto in altri luoghi di Alatri, essi diventino cimiteri di piantine rinsecchite e raccoglitori di sigarette spente o di altre immondizie urbane? Che ne sarà dell'area protetta quando si dovranno montare palchi e platee per il festival del folklore e per gli altri spettacoli estivi?
Vorrei concludere con la considerazione che - come ha giustamente colto il consigliere Bettazzi, ma ahimè senza tenerne conto - piazza S. Maria Maggiore non è un "posto" come tanti altri, bensì è il luogo cardine della vita cittadina, il cuore pulsante del nostro essere alatresi, il centro motore della nostra identità e come tale appartiene a tutti: ogni decisione che la riguarda, prima di essere presa, dovrebbe essere partecipata e condivisa e, fortunatamente, gli strumenti per farlo oggigiorno ci sono. Come ci hanno fatto rimarcare alcuni giovani con la loro intelligente protesta (vedi foto) - che condivido ed alla quale mi associo pienamente - siamo stanchi di essere considerati pecore da rinchiudere in un recinto dal "pastore" di turno, siamo e ci sentiamo esseri pensanti che hanno il diritto e la voglia di far ascoltare con forza la propria voce.