Vogliamo continuare così?
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sabato 27 giugno 2020
Dunque, dove eravamo rimasti?
Ho preso in prestito la famosa frase di Enzo Tortora per partecipalatri, il blog che, dopo otto lunghi anni di silenzio, torna nuovamente a far sentire la propria voce. Riprendendo il filo del discorso da dove ci eravamo lasciati, ci si accorge che da allora non molto è cambiato: alla guida della città c'è sempre Morini, accompagnato dai soliti consiglieri/assessori di centrodestrasinistra, l'oscurantismo amministrativo è lo stesso di dieci anni fa, il commercio sprofonda sempre più, i residenti continuano a diminuire, le opportunità di lavoro per i giovani sono inesistenti, le opere pubbliche sono al palo, la manutenzione della città lascia molto a desiderare, il bilancio è in rosso fisso, l'economia cittadina va rotoli ed il PD è sempre lì a sostenere un'amministrazione che fa acqua da tutte le parti.
mercoledì 6 luglio 2011
L'amministrazione dà i numeri
Abbiamo sentito la viva voce dei diretti interessati (il sindaco Morini ed il consigliere Remolo) annunciare con soddisfazione che la Giunta ha approvato il bilancio di previsione per l'anno 2011, salvo precisare immediatamente dopo che, però, si è trattato di un "bilancio tecnico", il quale, nella struttura fondamentale, "è stato redatto dagli uffici".
Come dire: non aspettatevi granché da questo bilancio, mica lo abbiamo fatto noi!
E allora? Ma che vuol dire?
Il bilancio di previsione - lo dice la parola stessa - è il principale atto di indirizzo politico che una amministrazione può compiere: altro che fatto tecnico!
E' dal bilancio che si capiscono le entrate e la politica fiscale di un Comune: quanti soldi si prevede che entrino, quale strategia si intende adottare per incrementare le entrate, se e come si vuole aumentare o diminuire le tasse, quali fasce reddituali si prevede di avvantaggiare, come si intende tutelare le categorie sociali più deboli, quali sgravi consentire per favorire le attività imprenditoriali, e così via.
Ed è ancora dal bilancio che si capisce la politica di spesa del Comune: quanto si spende per i servizi, quanto per il personale, quanto per il funzionamento della macchina comunale, quanto per le consulenze, quali capitoli avrebbero avuto bisogno di maggiori fondi, quali soldi non sono stati spesi e perché, dove e come è possibile fare economia, ed altro ancora.
Ed è sempre dal bilancio che si capisce la politica di sviluppo del Comune: in quali direzioni si vogliono spendere i soldi, se e quali opere pubbliche realizzare prioritariamente, quale porzione delle entrate destinare alla spesa sociale, quanto investire nello sviluppo tecnologico, quanto nella cultura, quanto nella sicurezza, quanto nel turismo, quale livello di servizi implementare, eccetera, eccetera, eccetera.
E allora, mi chiedo, perché mai una amministrazione dovrebbe abdicare alla sua principale funzione - quella della pianificazione e della progettazione politica - e lasciarla nelle mani, pur sapienti, degli "uffici"?
Perché sbrigarsi tanto? Quest'anno, eccezionalmente, i termini di presentazione del bilancio sono stati prorogati al 31 agosto: ci sarebbe tutto il tempo per varare un bilancio "vero", realizzato con il contributo di tutte le forze presenzi in consiglio comunale (vista anche l'apertura di credito fatta nei confronti delle minoranze nella seduta di insediamento di questa amministrazione).
Parafrasando un noto proverbio si potrebbe dire: attenzione, una amministrazione frettolosa rischia di partorire un bilancio cieco, incapace di vedere oltre il quotidiano; altro che rinascita!
Ed infine: non sarebbe stato il caso di incominciare ad aprire la costruzione del bilancio anche al contributo dei cittadini? Organizzare qualche assemblea pubblica per illustrarne alla popolazione i capisaldi e le linee di indirizzo? Usare il web per aprire una discussione pubblica e raccogliere, almeno informalmente, indicazioni ed osservazioni del popolo di internet?
Per noi sarà pure una fissazione - visto che ci chiamiamo partecipalatri - ma il bilancio partecipativo è ormai una realtà consolidata in molti comuni italiani e vederlo avviare anche ad Alatri sarebbe stato il primo vero segno di una rivoluzione culturale che aspettiamo da anni.
In questo senso, da un'amministrazione che ha usato la trasparenza ed il coinvolgimento della cittadinanza come proprio cavallo di battaglia ci saremmo aspettati qualcosa di più.
partecipalatri
Come dire: non aspettatevi granché da questo bilancio, mica lo abbiamo fatto noi!
E allora? Ma che vuol dire?
Il bilancio di previsione - lo dice la parola stessa - è il principale atto di indirizzo politico che una amministrazione può compiere: altro che fatto tecnico!
E' dal bilancio che si capiscono le entrate e la politica fiscale di un Comune: quanti soldi si prevede che entrino, quale strategia si intende adottare per incrementare le entrate, se e come si vuole aumentare o diminuire le tasse, quali fasce reddituali si prevede di avvantaggiare, come si intende tutelare le categorie sociali più deboli, quali sgravi consentire per favorire le attività imprenditoriali, e così via.
Ed è ancora dal bilancio che si capisce la politica di spesa del Comune: quanto si spende per i servizi, quanto per il personale, quanto per il funzionamento della macchina comunale, quanto per le consulenze, quali capitoli avrebbero avuto bisogno di maggiori fondi, quali soldi non sono stati spesi e perché, dove e come è possibile fare economia, ed altro ancora.
Ed è sempre dal bilancio che si capisce la politica di sviluppo del Comune: in quali direzioni si vogliono spendere i soldi, se e quali opere pubbliche realizzare prioritariamente, quale porzione delle entrate destinare alla spesa sociale, quanto investire nello sviluppo tecnologico, quanto nella cultura, quanto nella sicurezza, quanto nel turismo, quale livello di servizi implementare, eccetera, eccetera, eccetera.
E allora, mi chiedo, perché mai una amministrazione dovrebbe abdicare alla sua principale funzione - quella della pianificazione e della progettazione politica - e lasciarla nelle mani, pur sapienti, degli "uffici"?
Perché sbrigarsi tanto? Quest'anno, eccezionalmente, i termini di presentazione del bilancio sono stati prorogati al 31 agosto: ci sarebbe tutto il tempo per varare un bilancio "vero", realizzato con il contributo di tutte le forze presenzi in consiglio comunale (vista anche l'apertura di credito fatta nei confronti delle minoranze nella seduta di insediamento di questa amministrazione).
Parafrasando un noto proverbio si potrebbe dire: attenzione, una amministrazione frettolosa rischia di partorire un bilancio cieco, incapace di vedere oltre il quotidiano; altro che rinascita!
Ed infine: non sarebbe stato il caso di incominciare ad aprire la costruzione del bilancio anche al contributo dei cittadini? Organizzare qualche assemblea pubblica per illustrarne alla popolazione i capisaldi e le linee di indirizzo? Usare il web per aprire una discussione pubblica e raccogliere, almeno informalmente, indicazioni ed osservazioni del popolo di internet?
Per noi sarà pure una fissazione - visto che ci chiamiamo partecipalatri - ma il bilancio partecipativo è ormai una realtà consolidata in molti comuni italiani e vederlo avviare anche ad Alatri sarebbe stato il primo vero segno di una rivoluzione culturale che aspettiamo da anni.
In questo senso, da un'amministrazione che ha usato la trasparenza ed il coinvolgimento della cittadinanza come proprio cavallo di battaglia ci saremmo aspettati qualcosa di più.
partecipalatri
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