lunedì 23 luglio 2012

Ripensare Alatri: eventi e manifestazioni

L'inaspettato ed immeritato flop della manifestazione organizzata dall'incolpevole amico Massimo Manzi offre lo spunto - come giustamente sollecitato da Massimiliano Pistilli in un suo recente articolo - per un paio di riflessioni sul modo di fare cultura e spettacolo nella nostra città.
La prima considerazione riguarda la ripetitività degli eventi: tutte le manifestazioni principali dovrebbero essere ricorrenti, ripresentarsi cioè, anno dopo anno, come riedizioni migliorate ed aggiornate, di ciò che è stato proposto l'anno precedente.
Solo in questo modo si può ottenere il radicamento della manifestazione nel patrimonio culturale della città che, così, sente l'evento come proprio e lo aspetta, ne parla ed è pronta a confrontarlo - ed anche criticarlo - rispetto all'edizione dell'anno precedente. Solo così gli organizzatori, che dovrebbero costituire un gruppo più o meno stabile e continuo nel tempo, possono seguire ed assecondare gli umori del pubblico, apportando quei correttivi e quelle migliorie che renderanno la manifestazione sempre viva ed attuale.
E' un po' il caso del Festival del Folklore che, seppur lontano dai fasti di un tempo, fra alti e bassi, è entrato ormai a far parte del patrimonio culturale della nostra città: lo si attende, se ne discute a profusione - a torto od a ragione - prima, dopo e durante il suo svolgimento e, pertanto, finisce con l'attirare sempre notevoli quantità di spettatori, con soddisfazione di chi l'ha organizzato e di chi, pubblico o privato che sia, ci ha messo i soldi.
Interrompere la catena della periodicità, anche solo per un anno, è un grave errore in quanto deprime il meccanismo del radicamento, frustra il sentimento di appartenenza, delude il principio dell'attesa, disorienta e disperde il gruppo organizzatore (che si dedicherà ad altro, magari altrove): ne sono tristi esempi manifestazioni come Pelasgia Terra del Mito, Il Teatro all'Ombra dei Ciclopi, Alatri dal Vivo, Alatri in Blues ed altri. Ancor più pericoloso - cosa che forse è accaduta con Blue Notes in Alatri  Manzi - è sostituire una manifestazione di successo con un'altra, seppur di ottimo livello, più o meno simile nel nome e nei contenuti: è facile che possa scattare il meccanismo del rifiuto.

Nessun commento: