martedì 14 giugno 2011

Il riciclaggio come metafora politica, ovvero: anche in Consiglio Comunale non si butta via niente.

A stare a ciò che si legge e si sente, mi pare che siamo partiti piuttosto maluccio!
La composizione della giunta, in perfetto stile prima repubblica, è avvenuta con il manuale Cencelli alla mano: io ho portato tot voti e mi spettano tot assessorati; tu ne hai portati tot di meno e ti spettano meno assessorati.
Problema. Un sindaco vince le elezioni e gli spettano cinque assessori. Se due se li prende il PD, quanti ne restano per le altre liste? E se le liste sono 6 come fanno a spartirsi 5 assessori?
Soluzione (apparentemente semplice): 2 assessori al PD, 1 per uno ad altre 3 liste civiche (Alatri Unita, Alleanza per Alatri, Alatri nel Cuore), 0 all'IdV (che praticamente non ha preso voti), 0 al PSI, ma con il contentino della Presidenza del Consiglio Comunale alla dottoressa Evangelisti.
Sembrerebbe fatta, e invece no!
A sorpresa, dal cilindro del grande prestigiatore ecco spuntare il coniglio magico: la presidenza del Consiglio Comunale va a Fausto Lisi, con il quale questa maggioranza ha fatto accordi pre-ballottaggio non dichiarati. La stessa maggioranza che aveva affermato di voler andare assolutamente da sola e di non voler fare accordi con nessuno (men che meno con l'altra ala sinistra); lo stesso Fausto Lisi che, pur avendo tentato accordi sia a destra che a sinistra, aveva dichiarato che non avrebbe appoggiato alcun candidato in ballottaggio.
E' questo il "nuovo" che emerge?
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