sabato 28 giugno 2008

A egregie cose...

Qualche giorno fa, presso il Seminario, si è tenuto un Consiglio Comunale straordinario nel quale maggioranza ed opposizione, all'unanimità, hanno deciso di intitolare strade e luoghi di Alatri ad alcuni illustri personaggi del nostro recente passato: Ilario Cagnacci, Gastone De Nicolò, Franco Evangelisti, Emanuele Lisi, Padre Mariano d'Alatri, Carlo Minnocci, Francesco Priorini ed Armando Tagliaferri.
Nulla da eccepire sul principio di perpetuare la memoria di coloro che hanno dato lustro ad Alatri, niente da contestare riguardo ai nomi scelti dalla commissione (anche se sono sicuro che ciascuno di noi ne avrebbe avuti altri da mettere in cima alla lista), ma quello che proprio non ci è piaciuto è che, per compiere questa operazione, si sia stravolta la toponomastica "storica" della città, andando a modificare la denominazione di molte strade del centro cittadino ed alterando di fatto la memoria e la tradizione di un intero paese: il tratto di strada che va dalla Piazza a Largo Ricciotti non si chiamerà più Corso della Repubblica, bensì via Carlo Minnocci; dalla Piazza al Cinema Politeama non sarà più via Roma, ma via Padre Mariano; da Largo Ricciotti all'imbocco di via Duomo non si chiamerà più corso Vittorio Emanuele, bensì via Emanuele Lisi; da piazza S. Maria Maggiore a piazza Regina non ci sarà più via Regina Margherita, ma via Francesco Priorini; via Portadini diventerà via Gastone De Nicolò e così via.
Non oso nemmeno immaginare cosa potrà accadere quando, come già è stato annunciato in Consiglio, ci saranno altre nuove intitolazioni da proporre!
Mi meraviglia, invece, che nessuna voce, né politica, né civile, né di maggioranza, né di opposizione, si sia levata in difesa delle denominazioni originarie del centro storico, che nessuno abbia proposto di utilizzare, per le nuove intitolazioni, quelle strade che ancora non hanno nome o alle quali è stata attribuita una denominazione ridicola o insignificante (e la nostra città ne è piena, soprattutto nelle zone di nuova o recente urbanizzazione), ma ciò che mi sgomenta e mi preoccupa di più, è che nessuno dei nostri sedicenti paladini della democrazia, né dell'una, né dell'altra parte, si sia preso la briga di andare a chiedere alla gente che in questi luoghi vive e lavora da decenni, cosa ne pensasse di questa inconsulta ed improvvida rivoluzione.
Diceva Foscolo: "A egregie cose il forte animo accendono l'urne dei forti, o Pindemonte..."
No comment!
Ad maiora.

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