Non so quanti di voi abbiano visto la puntata di Report del 14 ottobre scorso, intitolata "Il banco vince sempre", ma, per chi non lo avesse fatto, gli consigliamo di andarsela a guardare su internet, all'indirizzo che troverete in fondo a questo post.
In quella puntata si parlava dei cosiddetti "derivati", che sono complessi contratti finanziari, stipulabili con alcune banche, che vengono costruiti sul debito e sulla variabilià dei relativi interessi. Come si sa, i tassi di interesse possono aumentare a seconda di come vanno i mercati e con i "derivati", in pratica, si fa una specie di "scommessa" con la banca: se i tassi hanno un certo andamento vince il cliente, se invece (come quasi sempre accade) ne hanno un altro vince la banca. Il servizio di Report, dati alla mano, ci ha mostrato che nel 90% dei casi a vincere è sempre la banca e che chi ha scommesso perde molto di più di quanto avesse immaginato di perdere.
I "derivati", purtroppo, piacciono molto a Province, Comuni e Regioni, che li stanno stipulando a tutto spiano, perché, oltre a credere (erroneamente) di coprirsi dai rischi del rialzo dei tassi d'interesse, ottengono dalle banche un'anticipazione di soldi pronta cassa, e, per di più, possono spostare il debito in là negli anni, quando a pagare ci sarà un'altra amministrazione.
Ma quanto pagherà chi viene dopo? Non si sa, perché il valore di mercato di questi "derivati", in gergo mark to market, cambia tutti i giorni e molti dei Comuni che hanno stipulato con le banche contratti di "derivati", nel giro di qualche anno, si sono trovati nei guai: Taranto è fallito, Torino ha perdite per 100 milioni di euro, Genova per 2 milioni di euro, Marradi (3.400 abitanti) per 2 milioni di euro, e così via.
Il bello (si fa per dire) è che queste perdite, essendo considerate "potenziali", non vengono iscritte in bilancio e quindi nessuno se ne accorge, se non quando arriva una nuova amministrazione che scopre di avere un mare di debiti imprevisti: e se non si riesce più a far fronte agli impegni presi con la banca dall'amministrazione precedente si è costretti a ricorrere ai contribuenti alzando al massimo tutte le tasse ed i tributi comunali, oppure si dichiara fallimento e la banca si prende tutto il prendibile (con le disastrose conseguenze del caso).
In Italia sono oltre 500 i Comuni che hanno fatto ricorso ai "derivati": il pericolo è enorme ed anche il Governo pare voglia introdurre nella prossima finanziaria una norma che blocchi la possibilità, per i Comuni, di stipulare questo tipo di contratti!
Abbiamo chiesto alla redazione di Report di dirci se il anche il Comune di Alatri ha acceso un "derivato" con una qualche banca: ci hanno risposto che, pur essendo in possesso di tale informazione, non possono rendere pubblica la lista dei Comuni invischiati in questa situazione, ma che, per sapere come stanno le cose, basta che ne faccia richiesta un consigliere: se il "derivato" esiste il consigliere ha diritto ad averne copia ed a farsi dire dal sindaco anche il valore attuale del contratto (ammesso che sia in grado di calcolarlo).
Facciama appello ai giornalisti ed ai consiglieri comunali che frequentano il nostro blog (ce ne sono alcuni esperti di problematiche bancarie) affinché raccolgano informazioni in proposito e ce le facciano pervenire al più presto: è importante!
Per chi volesse saperne di più , il link al servizio di Report è:
www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1074824,00.html
In quella puntata si parlava dei cosiddetti "derivati", che sono complessi contratti finanziari, stipulabili con alcune banche, che vengono costruiti sul debito e sulla variabilià dei relativi interessi. Come si sa, i tassi di interesse possono aumentare a seconda di come vanno i mercati e con i "derivati", in pratica, si fa una specie di "scommessa" con la banca: se i tassi hanno un certo andamento vince il cliente, se invece (come quasi sempre accade) ne hanno un altro vince la banca. Il servizio di Report, dati alla mano, ci ha mostrato che nel 90% dei casi a vincere è sempre la banca e che chi ha scommesso perde molto di più di quanto avesse immaginato di perdere.
I "derivati", purtroppo, piacciono molto a Province, Comuni e Regioni, che li stanno stipulando a tutto spiano, perché, oltre a credere (erroneamente) di coprirsi dai rischi del rialzo dei tassi d'interesse, ottengono dalle banche un'anticipazione di soldi pronta cassa, e, per di più, possono spostare il debito in là negli anni, quando a pagare ci sarà un'altra amministrazione.
Ma quanto pagherà chi viene dopo? Non si sa, perché il valore di mercato di questi "derivati", in gergo mark to market, cambia tutti i giorni e molti dei Comuni che hanno stipulato con le banche contratti di "derivati", nel giro di qualche anno, si sono trovati nei guai: Taranto è fallito, Torino ha perdite per 100 milioni di euro, Genova per 2 milioni di euro, Marradi (3.400 abitanti) per 2 milioni di euro, e così via.
Il bello (si fa per dire) è che queste perdite, essendo considerate "potenziali", non vengono iscritte in bilancio e quindi nessuno se ne accorge, se non quando arriva una nuova amministrazione che scopre di avere un mare di debiti imprevisti: e se non si riesce più a far fronte agli impegni presi con la banca dall'amministrazione precedente si è costretti a ricorrere ai contribuenti alzando al massimo tutte le tasse ed i tributi comunali, oppure si dichiara fallimento e la banca si prende tutto il prendibile (con le disastrose conseguenze del caso).
In Italia sono oltre 500 i Comuni che hanno fatto ricorso ai "derivati": il pericolo è enorme ed anche il Governo pare voglia introdurre nella prossima finanziaria una norma che blocchi la possibilità, per i Comuni, di stipulare questo tipo di contratti!
Abbiamo chiesto alla redazione di Report di dirci se il anche il Comune di Alatri ha acceso un "derivato" con una qualche banca: ci hanno risposto che, pur essendo in possesso di tale informazione, non possono rendere pubblica la lista dei Comuni invischiati in questa situazione, ma che, per sapere come stanno le cose, basta che ne faccia richiesta un consigliere: se il "derivato" esiste il consigliere ha diritto ad averne copia ed a farsi dire dal sindaco anche il valore attuale del contratto (ammesso che sia in grado di calcolarlo).
Facciama appello ai giornalisti ed ai consiglieri comunali che frequentano il nostro blog (ce ne sono alcuni esperti di problematiche bancarie) affinché raccolgano informazioni in proposito e ce le facciano pervenire al più presto: è importante!
Per chi volesse saperne di più , il link al servizio di Report è:
www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1074824,00.html
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